La relazione con i bambini tra rispetto e connessione emotiva.

https://www.facebook.com/padresayudandoapadres

Proprio oggi, per caso, nella mia bacheca home di Facebook, mi compare questo meraviglioso video, 

https://www.facebook.com/padresayudandoapadres/videos/1600657603385090/

accompagnato da riflessioni di Carmen Fernández Rivas (www.padresayudandoapadres.com). 
Tutte riflessioni scritte in lingua spagnola, ma che ho voluto approfondire e condividere con voi cercando di tradurle.
Delle riflessioni che mi hanno davvero "toccato emotivamente", in quanto spesso non si pensa al rispetto o meno del gesto o della situazione che un adulto agisce sul bambino, anche piccolissimo, poichè la "fretta" insita nella nostra vita quotidiana  tende a farci procedere ed andare avanti in maniera "automatica".  Sia noi professionisti sia le famiglie.

Ecco! Prendiamoci intanto un po' di tempo per leggere e per riflettere su queste parole. Parole che non lasceranno indifferenti ma toccheranno emotivamente ciascuno di noi.

La caratteristica che più sorprende di questo video è l'atteggiamento di rispetto e di connessione "emotiva" dell'esperta nei confronti di questo piccolissimo, fragile e tenero. Purtroppo questa caratteristica non dovrebbe essere per noi l'eccezione ma dovrebbe essere "regola". 

Tutti i bambini richiedono, nel relazionarsi con loro, uno sguardo di rispetto e dignità, e non una relazione fatta di "morbide violenze", come le definisce Christine Schuhl (educatrice Prima Infanzia, esperta nella filosofia montessoriana), ossia dei momenti di cura dove l'adulto non è connesso emotivamente con il bambino ma agisce passivamente su di lui, degli istanti in cui l'adulto si fa guidare da un processo, da un iter, da gesti bruschi. Situazioni che mettono il bambino in una situazione di insicurezza affettiva. Sono però morbidi, ossia non vi è l'intenzione dell'adulto di fare male, non vi è premeditazione, sono quelle pratiche che si apprendono "automaticamente" di giorno in giorno.
Ma quali possono essere queste " morbide violenze" che vengono messe in atto dall'adulto senza "consapevolezza"? 
Eccone alcuni esempi legati in particolar modo ai vari momenti di routine di una giornata del bambino (sia in famiglia sia nei servizi per la prima infanzia).



  • Durante l'accoglienza e il ricongiungimento:
- parlare con lui presente senza tenerlo in considerazione.
- riferire alla famiglia informazioni negative sul bambino.
- criticare apertamente un familiare che è appena uscito, davanti al bambino.
- rimuovere sistematicamente il ciuccio al bambino quando arriva il familiare.
- accogliere più o meno gentilmente la famiglia secondo le affinità con i genitori.
- stare sempre seduti quando arrivano i genitori.
- parlare a lungo con i genitori mentre i bambini aspettano.
- non dire buongiorno, non sorridere.
- non dire "arrivederci", perché il familiare è in ritardo.
  • Nel gioco:
- non costringere il bambino a fare un'attività.
- mettere fretta ai bambini.
- commentare negativamente le acquisizioni di un bambino.
- non incoraggiarlo quando ha difficoltà.
- confrontare i bambini tra loro.
- interrompere un'attività per un orario.
- proporre un gioco non adattato al bambino.
- discutere con colleghi o altri adulti mentre i bambini giocano liberamente.
- non permettere al bambino di portare a casa il suo "disegno" perché bisogna metterlo nella tasca personale.
- non lasciare scegliere il bambino.
- colpevolizzarlo perché rifiuta un'attività.
  • Nel cibo:
- costringere il bambino a mangiare.
- non offrire altro se prima non finisce il piatto.
- ricatto.
- parlare con colleghi o altri adulti mentre diamo da mangiare a un bambino.
- mettere il bavaglino sotto il piatto del bambino, per trattenere il cibo.
- criticare il cibo davanti al bambino.
- mettergli tutti i cibi nel piatto.
- lavare la faccia con una spugna fredda senza prima avvertirlo.
- riempirgli la bocca sistematicamente con il cucchiaio.
  • In bagno:
- parlare tra adulti durante il momento di cura personale.
- commentare l'igiene del bambino, o la sua anatomia.
- annusare il pannolino del bambino prima del cambio e mostrare disgusto.
- rimanere in silenzio durante il cambio.
- prendere un bambino e cambiarlo senza anticiparglielo.
- dire a un bambino che è sporco, che puzza, che è brutto, che è grasso.
- impedire a un bambino di andare in bagno poichè non è il momento giusto.
- lasciare il bambino a lungo nel vasino purchè esca qualcosa.
- rimproverare un bambino che ha fatto la cacca dopo il cambio.
- parlare a tutti di qualcosa che è accaduto al bambino.


  • Nel pisolino:
- costringere un bambino a dormire.
- non metterlo nel letto se non ha sonno.
- svegliare bruscamente un bambino che dorme.
- parlare in camera da letto quando i bambini vanno a dormire.
- tenere i bambini svegli sul materassino finche' non si sveglieranno tutti.
- coprirgli la faccia con il lenzuolo per farli addormentare.
- isolare sistematicamente un bambino in camera da letto.
- non dedicare un po' di tempo ad ogni bambino quando si sveglia.
  • Durante il giorno:
- chiamare i bambini per il cognome o con un soprannome, senza rispettare la loro identità.
- dare giudizi sul bambino.
- parlargli in terza persona (Pietro è stato cattivo...)
- giudicare i genitori in presenza dei bambini (perché è in ritardo, perché non porta i vestiti giusti...)
- imporre a tutti nello stesso momento, in una determinata ora, le routine collettive, uguali per tutti (come bere acqua, lavare le mani, fare pipì, mangiare, dormire,  ...)
- pulire il naso senza chiedere il permesso al bambino.
- parlare sempre ai bambini dall'alto, in piedi,  senza mai scendere alla sua altezza.





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