Perchè non è funzionale "mettere a sedere" i piccolissimi?

Che cosa prova un piccolo di pochi mesi messo nella posizione seduta da un adulto? 

Solitamente, verso i 5-6 mesi, l'adulto pone il bambino seduto a terra per giocare, su un tappeto, circondato spesso da tanti cuscini (spesso appoggiati alla base della schiena per sostenerlo), con gambe allungate e divaricate, con alcuni giochi davanti.
Nel momento in cui si chiede all'adulto se il bimbo si siede da solo, la risposta più frequente è: "Sì sì sta seduto". Ma se si insiste un po' nel porre un'altra domanda: "Come fa il bimbo a mettersi a sedere?", allora la risposta è: "Ah beh, no, lo metto io". 

Esiste infatti una rappresentazione stereotipata del piacere che proverebbe il bambino piccolissimo nel giocare seduto e nello scoprire il mondo da questa posizione.


Posizione seduta scoprendo lo specchio

Fermiamoci, ora, ad osservare questa situazione tipica in base a quelle che sono le riflessioni che ci ha donato la pediatra Emmi Pikler sullo Sviluppo motorio autonomo ( Per tutti coloro che vogliono approfondire questo argomento consiglio la lettura del testo Datemi Tempo di Emmi Pikler, Edizioni Scientifiche IFRA).

 Non è posizionandolo a sedere che gli offriamo la possibilità di imparare e conoscere il suo corpo, a scoprirlo, a sperimentarlo, a controllarlo. Non è restando seduto che il bambino impara ad usare i muscoli, ad organizzare e unificare le varie parti del corpo tra loro, e neppure giocare spontaneamente con gli oggetti. Non è questa la condizione a lui favorevole per variare i gesti, affinare e sperimentare la motricità fine e il coordinamento occhio-mano, nè per giocare a lungo e in modo disteso ( e sereno).

In questa "posizione forzata" spesso il bambino lascia la presa (smette di averne interesse) per fatica: inizia a piangere, si irrigidisce con braccia e gambe, si sbilancia cadendo spesso all'indietro o a fianco. Il corpo è in preda ad uno stato di tensione motoria ed emotiva. L'adulto gli va in soccorso, spesso lo prende in braccio e lo coccola, lo rimette seduto appoggiandolo ancor più contro i cuscini o mettendosi seduto dietro di lui per "mantenerlo" seduto tra le proprie gambe. E' il bambino è però rigido, è fissato in un'unica postura in cui il corpo è spezzettato in parti orientate verso due posizioni spaziali diverse: verticale ed orizzontale.

Da una parte testa e tronco sono verticali, nel vuoto, con la forza di gravità che "attira" verso terra e "tira", senza un appoggio fermo ( equilibrio posturale, ossia quello che il bambino ha trovando e sperimentando la posizione seduta da solo). Dall'altra l'articolazione del collo risulta poco mobile: è difficile per lui alzare la testa, girarla a destra, girarla a sinistra, abbassarla verso gli oggetti, seguire con lo sguardo i movimenti attorno a sè. Tutto ciò perchè? Quando l'adulto posiziona il bambino seduto forzatamente (ossia senza che il bambino l'abbia raggiunta da sola), egli deve trattenere il corpo e lottare contro la pesantezza di questo, altrimenti il disequilibrio posturale prenderebbe il sopravvento e il piccolo cadrebbe. A forza di tenere questa postura, purtroppo, la testa del bambino "rientra" tra le spalle, il collo si accorcia e la schiena si incurva e si china. 
Attraverso la mia professione osservo tanti bambini piccoli avere purtroppo queste posture e queste "particolarità"!


Sviluppo Motorio Autonomo - Scoprendo lentamente la verticalità


Vi chiedo, per un istante, di immaginare una di queste situazioni che probabilmente avete vissuto od osservato.


Il bimbo deve mantenere l'equilibrio del proprio corpo sporgendosi in avanti per scoprire con lo sguardo gli oggetti, tendendo le mani verso di essi, ma cercando sempre di mantenere una posizione inclinata. A volte cerca di mettere una mano in piatto sul suolo per aiutarsi, poi prende un oggetto con entrambe le mani in una presa serrata, lo solleva da terra, mantiene sempre il proprio equilibrio corporeo raddrizzandosi a sedere, porta l'oggetto alla bocca tenendo la testa sempre orientata verso le mani. Ad un certo punto l'oggetto cade, lanciato dal bambino o per effetto del peso, creando così un vuoto, un disequilibrio, una tensione che coinvolge il bambino. Bambino che, a sua volta, perde l'equilibrio, lascia la presa e cade al suolo come un unico "blocco", spesso all'indietro, con braccia aperte e gambe tese in verticale, restando immobile in questa posizione e piangendo.

Posto a sedere in una posizione scelta da un altro, il bimbo ci resta dipendendo totalmente da una esperienza corporea alla quale non ha accesso liberamente. Non può né assumerla né lasciarla da solo. E' invaso da uno stato di disagio fisico che va sempre più verso la tensione, verso l'angoscia di un equilibrio posturale precario.

E' frequente vedere bambini piccolissimi messi a sedere dall'adulto, spostarsi poi sul sedere, creando quindi uno spostamento a partire da questa posizione motoria imposta. Il corpo verticale avanza sul sedere con un movimento globale avanti-indietro del bacino e delle gambe, aiutati spesso da un braccio alzato e piegato a livello del gomito.


Concludendo, i piccolissimi imparano a costruirsi  (a creare il proprio sé) attraverso le esperienze motorie che vivono, punto di partenza della memoria corporea e della memoria senso-motoria. 
Se vivono l'esperienza di disequilibrio posturale fin da piccolissimi, attraverso una non conquista autonoma delle proprie posture, il bambino costruirà l'immagine corporea su questa caratteristica, riscontrando poi serie difficoltà e disfunzionalità nello sviluppo della concentrazione e degli apprendimenti futuri scolastici.



Sviluppo Motorio Autonomo - Scoprendo lentamente la verticalità



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