Come apprendono i bambini e le bambine?

 

Quando pensiamo all’apprendimento, spesso immaginiamo subito attività a tavolino: giochi “logici”, carta e penna, schede ed esercizi, disegni e quaderni prestampati.
Scrivere, contare.
Ma l’apprendimento accademico, scolastico, è solo la punta della piramide (come in foto). Alla base di quel vertice ci sono strati indispensabili, spesso invisibili alla consapevolezza degli adulti: i sensi, il corpo, il movimento. È il corpo che prepara la mente. Prima di imparare a leggere nella scuola primaria, i bambini e le bambine hanno bisogno di arrampicarsi, rotolare, toccare, sporcarsi, annusare, esplorare, costruire e distruggere, sporcarsi... Prima di contare, devono muoversi nello spazio, sentire il ritmo, sperimentare il tempo, la distanza, l’equilibrio. Sperimentare e ricercare la forza di gravità sul corpo. Ogni esperienza corporea e sensoriale costruisce le basi per attenzione, memoria, linguaggio, pensiero astratto. Ecco perché la motricità libera, il gioco spontaneo e le esperienze sensoriali non sono “tempo perso”, ma il terreno fertile senza il quale l’apprendimento scolastico non può crescere solido. La piramide ci ricorda che l’apprendimento non comincia sui banchi di scuola, ma molto prima: nei primi passi, nei salti nelle pozzanghere, nei giochi di equilibrio, nel perdere l'equilibrio, nei movimenti liberi in natura che danno al bambino e alla bambina sicurezza corporea ed emotiva.


LA BASE: IL CORPO E 8 SENSI
Alla base della piramide dell’apprendimento ci sono fondamenta invisibili, sottili, fatte di sensazioni e percezioni corporee: tatto, gusto, olfatto, udito, vista, interocezione, propriocezione e vestibolarità.

Anzitutto, che cosa sono questi ultimi 3 sensi?
Interocezione: è il senso interno che ci permette di percepire i segnali del nostro corpo: fame, sete, stanchezza, dolore, bisogno di andare in bagno. È fondamentale per riconoscere e regolare i bisogni fisiologici ed emotivi.
Propriocezione: è il senso che ci informa sulla posizione del nostro corpo nello spazio e sul movimento delle articolazioni e dei muscoli. Grazie ad essa possiamo, ad esempio, toccarci il naso anche ad occhi chiusi o dosare la forza di un gesto.
Vestibolarità: è il senso dell’equilibrio e del movimento, legato all’orecchio interno. Ci aiuta a mantenere la postura, anche quando siamo seduti nella sedia, orientare il corpo nello spazio, percepire accelerazioni, girare, saltare e ritrovare stabilità.
Fin dai primi secondi di vita, i piccolissimi costruiscono attraverso il corpo e i sensi il loro primo linguaggio: esplorano il mondo circostante, conoscono se stessi, incontrano gli adulti di riferimento, si orientano nello spazio e imparano a regolare corpo ed emozioni. Specchiandosi nell'altro.
È da qui che nasce la crescita. Per sostenere questo livello, è fondamentale offrire spazio e tempo per il gioco corporeo e spontaneo, fin da piccolissimi:
- restare a lungo durante i tempi di veglia nella postura supina, a terra, su una superfice semi-rigida;
- rotolare, girarsi, strisciare, gattonare, scoprire i primi passi e la verticalità;
- correre, saltare, arrampicarsi, ...;
- svuotare e riempire contenitori, costruire e distruggere, mettere dentro e togliere, spostare, spingere, trascinare, impilare, mettere in fila;
- perdere l'equilibrio, nascondersi, girare su se stessi, fare le boccacce allo specchio, ... Anche le esperienze di gioco in natura sono preziose: erba, sassi, acqua, sabbia, foglie, alberi, terra ... diventano compagni di esplorazione sensoriale e motoria. Allo stesso modo, i materiali destrutturati (riciclo, scarto aziendale, oggetti di riuso) sostengono le esperienze di manipolazione, travaso, ricerca scientifica e sperimentazione libera.


LIVELLO INTERMEDIO: SENSO-MOTORIO
Riflessi, sicurezza posturale, consapevolezza del corpo e pianificazione motoria sono tappe cruciali: senza di esse non è possibile costruire competenze più complesse. Il corpo del bambino/a è il suo primo strumento di conoscenza e di relazione: attraverso il gioco spontaneo, il gioco corporeo e le esplorazioni autonome egli costruisce le basi del Sé — sicurezza, fiducia, rappresentazioni interne — che diventeranno il fondamento di ogni apprendimento futuro. Il livello senso-motorio è come una grammatica del corpo: ogni gesto, ogni postura, ogni spostamento nello spazio, ogni azione spontanea è una sillaba che compone un linguaggio più ampio, fatto di pensiero, emozioni e relazioni. È attraverso queste esperienze vissute che il bambino e la bambina imparano a fidarsi di sé e del mondo, sviluppa il piacere di agire, di incontrare l’altro, e getta le radici per attenzione, concentrazione e apprendimento scolastico. Come favorire questo livello ...
Tutte le esperienze di gioco già citate precedentemente vanno favorite e sostenute, perché costituiscono il vero nutrimento del livello senso-motorio. In questo percorso, un ruolo centrale lo gioca l’educazione al rischio. Noi adulti siamo chiamati a fidarci delle esperienze dei bambini e delle bambine, ad osservare con attenzione e presenza, senza dare per scontato che “quella cosa non si può fare” solo perché ci spaventa o la percepiamo come pericolosa. Il rischio educativo non è abbandono, ma possibilità di sperimentarsi in contesti sicuri e preparati, in cui il bambino/a può misurarsi con le proprie capacità, potenziare le sue profonde sensazioni interocettive connesse alla prudenza, affinare equilibrio, coordinazione, fiducia in sé. Togliere ogni rischio, al contrario, significa privare il bambino e la bambina di occasioni fondamentali per crescere nella percezione del proprio corpo, nella competenza motoria e nella regolazione emotiva.


LIVELLO SUPERIORE: PERCEZIONE MOTORIA
Dalla coordinazione occhio-mano al controllo oculare, dalla presa a pinza fino alla percezione visuo-spaziale e allo sviluppo delle abilità linguistiche: è in questo livello che si costruiscono le basi di attenzione, concentrazione e memoria. E scrittura. Quando un bambino/a incastra, impila, costruisce, compone, infila, taglia, ricerca equilibri, avvita e svita, lascia tracce su superfici, modella e dà forma, spezzetta, schiaccia, cuce, sgrana, spreme, allaccia un bottone, apre e chiude una cerniera, … non sta allenando soltanto le mani. Sta integrando corpo e mente. La percezione motoria è infatti un ponte tra sensi e pensiero: permette di orientarsi nello spazio, di coordinare i movimenti con lo sguardo, di dare forma e direzione al gesto, fino a sostenere lo sviluppo delle competenze linguistiche e cognitive più complesse. È necessario permettere tutte le azioni descritte, e oltre, sia negli ambienti interni che all’aperto, favorendo materiali destrutturati e naturali. Evitiamo invece il ricorso precoce e prolungato a dispositivi digitali, che rischiano di “spegnere” gli interruttori percettivi e sensoriali. Un breve affondo sulla grafo-motricità. Spesso si pensa che la scrittura inizi con la matita in mano, un foglio bianco, a sedere sul tavolino.
In realtà, la grafo-motricità nasce molto prima: nei gesti di tracciare con il dito o rametti nella sabbia, nello scarabocchiare su grandi superfici, nel modellare con le mani, nel fare l'equilibrista su muretti e altre pavimentazioni e texture, nel caricare la lavastoviglie, nell'aiutare a spostare oggetti "pesanti", .... Prima di controllare il movimento fine delle dita, il bambino/a ha bisogno di gesti ampi, tridimensionali e ricchi di esperienza sensoriale, che allenano la spalla, il polso, la coordinazione oculo-manuale e l’organizzazione spaziale.


VERTICE: APPRENDIMENTO SCOLASTICO E ACCADEMICO
Solo quando, nella fase di vita 0-7 anni (e non solo!), i bambini e le bambine hanno avuto la possibilità di giocare liberamente, attivando corpo e sensi, manipolando, costruendo e distruggendo, potranno lentamente sviluppare competenze cognitive, sociali e intellettive più complesse. L’apprendimento scolastico – leggere, scrivere, contare, risolvere problemi – non nasce dall'insegnamento e dai rinforzi, ma poggia su basi profonde costruite nei primi anni attraverso esperienze corporee, sensoriali, motorie e relazionali. È nel rotolare, saltare, arrampicarsi, incastrare, modellare, esplorare, rischiare e riprovare, annoiarsi, ... che il bambino/a sviluppa le strutture neurobiologiche che un giorno gli permetteranno di: mantenere l’attenzione e la concentrazione, organizzare e ricordare le informazioni, regolare emozioni e comportamenti, cooperare con gli altri, affrontare con curiosità e fiducia le sfide scolastiche. Il vertice della piramide ci ricorda che la scuola non inizia sui banchi, ma molto prima: in ogni esperienza corporea e relazionale che ha dato al bambino sicurezza, fiducia e radici solide. Per questo, l’obiettivo non dovrebbe essere “anticipare”, stimolando, l’apprendimento accademico, ma nutrire le fondamenta: offrire tempo, spazi e relazioni di qualità, in cui il gioco libero e l’esplorazione siano riconosciuti come il vero motore dello sviluppo.


È il corpo che prepara la mente.
È attraverso il corpo che i bambini e le bambine imparano a regolare i movimenti e le posture che un giorno serviranno anche per stare seduti a scuola, attenti e concentrati. È il gioco che prepara alla vita scolastica. Non sono le schede ripetute, i disegni prestampati da colorare “dentro i contorni”, le attività forzatamente a tavolino o i cartoni proiettati sulla LIM a costruire le fondamenta dell’apprendimento. Ciò che serve davvero sono esperienze vive: muoversi, esplorare, sporcarsi, manipolare, rischiare, creare. Ogni salto, arrampicata, costruzione, disegno libero, gioco con materiali naturali e destrutturati diventa un allenamento autentico per corpo, mente ed emozioni. Perché l’apprendimento scolastico non si anticipa, ma si prepara accompagnando i bambini/e nel loro sviluppo globale, nel rispetto dei tempi e dei bisogni.
Dott.ssa Lucia Vichi
Atelier della Pedagogista

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