Il dolore fisico/emotivo dei bambini e delle bambine.
Quanto accogliamo il dolore fisico dei bambini e delle bambine?
Quante volte ci capita istintivamente di sdrammatizzare e minimizzare tale dolore?
Spesso, osservo sia negli ambienti familiari sia negli ambienti educativi, la replica istintiva di noi adulti del modello educativo ricevuto: ossia quello di sdrammatizzare e minimizzare il dolore del bambino o della bambina.
Frasi tipiche quali: "Non ti sei fatto niente. Dai rialzati", "Non è niente! Non c'è bisogno di piangere!", "Ehi dai. Che quando hai 18 anni non ti ricordi piu'!", "Dai sei forte e coraggioso. In piedi!" ... sono ancora troppo frequenti. (Sfumature di Pedagogia nera, direi).
Il dolore fisico è una sensazione corporea presente nella vita dei bambini e delle bambine, come quella di qualsiasi essere umano.
Ma, per una pedagogia poco consapevole ancor troppo diffusa, per l'adulto è difficile accoglierlo e rispettarlo poiché si tratta di un dolore fisico/emotivo che merita la eguale ATTENZIONE e CURA.
La reazione comportamentale del bambino/bambina al dolore è spesso quella del pianto. La dimensione del pianto, spesso, non viene però riconosciuta; evitare il pianto è spesso l'obiettivo dell'adulto che trova mille modi per distrarre e "spegnere" l'emozionalità del bambino/bambina anche in una situazione di <<dolore fisico>>.
La prima preoccupazione che sorge nell'adulto è quindi quella di attenuare e trasformare il pianto attraverso l'utilizzo di azioni o gesti o strumenti (es. dispositivi tecnologici e digitali) che cercano di deviare il bambino dalla fonte del disagio, spesso però con "risultati" inefficaci. E disfunzionali dal punto di vista emotivo.
Il pianto, quando è insistente e resistente ai tentativi di cura, è fonte di attivazione per l'adulto di tensione, di ansia, di paura, di impotenza, di dolore emotivo ... tutte sensazioni, stati d'animo ed emozioni che il bambino e la bambina sanno cogliere, sentire ed avvertire attraverso il linguaggio corporeo dell'adulto stesso (es. i movimenti, le posture, i tocchi, lo sguardo, le prese, la tensione muscolare, il ritmo della voce, ...).
I bambini e le bambine, fin dalle prime scoperte e sperimentazioni, incontrano quotidianamente delle situazioni rischiose da attraversare e che comportano piccole cadute, testate, scontri, inciampi, taglietti e sbucciature, ... piccole situazioni rischiose che vanno attraversate anche se connesse alla sensazione di dolore fisico. Oggi, spesso il rischio, è che i bambini e le bambine non possono più rischiare!
ATTRAVERSARE il dolore fisico con il bambino e la bambina significa ACCOGLIERE quel dolore, abbracciare pelle a pelle, "dare un bacino" sulla parte colpita, accarezzare, mettere parole sulla paura provata, mettere parole sulla tristezza ("So che ti sei spaventato", "Hai avuto paura. Ti capisco", "Sei triste adesso" ...), abbassarsi alla sua altezza coccolandolo pancia a pancia, mettere un piccolo cerotto che simbolicamente "ri-unisce e ripara".
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Dott.ssa Rebecca Saxe - Risonanza magnetica che testimonia l'attivazione cerebrale di una relazione affettiva che lega adulto e bambino/a (bacio sulla fronte) |
ATTRAVERSARE non è MINIMIZZARE E/O SDRAMMATIZZARE.
Perchè il bambino e la bambina non si rassicura con queste modalità?
Riflettiamo. Se osserviamo il bambino e la bambina nel momento in cui avviene una caduta o altro, potremmo consapevolmente comprendere che non sta affrontando solamente un dolore fisico, ma sta sentendo nel suo corpo un "dolore emotivo": c'è un sentimento di "fallimento", c'è spavento, c'è il bisogno di condividere l'emozione vissuta, la tristezza, la paura, di sentire l'esserci incondizionato dell'adulto anche in seguito ad un'azione di scoperta e sperimentazione autonoma "non riuscita".
E' estremamente importante non solo una rassicurazione corporea ma anche una condivisione empatica del suo sentire emotivo profondo.
E' importante innalzarsi all'altezza del bambino e della bambina, osservando insieme la "ferita" o accarezzando il punto del corpo "ferito".
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Fonte: ricerca Google |
E' importante innalzarsi all'altezza del bambino e della bambina, osservando insieme la "ferita" o accarezzando il punto del corpo "ferito".
Passando così e attraversando insieme al cura dell'emotività attraverso gesti, sguardi e parole che emanano delicatezza e rassicurazione, sicurezza e rispetto: "Mettiamo un cerotto così il graffio è protetto e guarirà presto!" , " Andiamo a prendere un po' di ghiaccio per metterlo sopra questa botta" , "Ti do un piccolo bacio dove ti fa male".
Il bambino e la bambina, sentendosi VISTI PROFONDAMENTE dall'adulto, si rassicureranno immediatamente rispetto all'emozione e alla frustrazione vissuta, permettendo al loro sistema cerebrale di tracciare segretamente, in profondità, sfumature di autostima, stima di sè, persona unica, interessante e competente.
Concludendo, è fondamentale far vivere consapevolmente al bambino e alla bambina che si trovano in una situazione di "dolore fisico/emotivo" un'esperienza profonda di PROTEZIONE e RASSICURAZIONE piuttosto che replicare schemi relazionali passati (appartenenti all'educazione ricevuta sfumata di pedagogia nera) trasmettendo loro la sensazione di essere persone poco interessanti, di non essere meritevoli di amore e cura, di non dover essere visti nella loro anima.
Il bambino e la bambina, sentendosi VISTI PROFONDAMENTE dall'adulto, si rassicureranno immediatamente rispetto all'emozione e alla frustrazione vissuta, permettendo al loro sistema cerebrale di tracciare segretamente, in profondità, sfumature di autostima, stima di sè, persona unica, interessante e competente.
Concludendo, è fondamentale far vivere consapevolmente al bambino e alla bambina che si trovano in una situazione di "dolore fisico/emotivo" un'esperienza profonda di PROTEZIONE e RASSICURAZIONE piuttosto che replicare schemi relazionali passati (appartenenti all'educazione ricevuta sfumata di pedagogia nera) trasmettendo loro la sensazione di essere persone poco interessanti, di non essere meritevoli di amore e cura, di non dover essere visti nella loro anima.
Dott.ssa Lucia Vichi
Bibliografia consigliata:
A. Miller, Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero Sé, Bollati Borighieri, Torino 1988.
G. Nicolodi, Il disagio educativo al nido e alla scuola dell’infanzia, FrancoAngeli, Milano 2008.
S. Gerhardt, Perché si devono amare i bambini, Raffaello Cortina, Milano 2006.
A. Sagone, Il bambino autentico. Riconoscere ed evitare la manipolazione nell'educazione dei figli, Il Leone Verde 2022
M. Schenetti, Comprendere il dolore bambino, Perdisa Editore, Bologna, 2006.
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