L'Emozione del Ri-Trovarsi


Perché i bambini "si emozionano" e lasciano andare le proprie lacrime ed emozioni quando vedono noi adulti?

Ma se poco prima " era tutto ok "?

Perchè accade tutto ciò?

La risposta potrebbe essere semplice: i bambini si fidano tanto di più dei genitori, ed è con questi che si sentono liberi di esprimere lo stress emotivo accumulato durante la giornata, lontani. Poiché sanno che alla base della relazione vi è un Amore Incondizionato.

Proviamo a riflettere... A chi non è successo, nella quotidianità adulta, di ritrovarsi in momenti, giornate, attimi, in cui si avverte e si percepisce una voglia di piangere, di non trattenere le lacrime - ma al contrario trattenendole - ... poi nel momento in cui arriva accanto a noi una persona cara ( affettivamente parlando) che ci guarda e ci chiede "Come stai?", i nostri occhi si riempiono di lacrime?
"A me, almeno, succede spesso."⠀

Anche ai bambini accade ciò. E perchè?

Qualsiasi bambino, fin da piccolissimo, si sente libero di manifestare la paura per qualsiasi minaccia, per qualsiasi situazione di stress o disagio accumulato, con la figura di attaccamento principale ( spesso la madre). E in assenza di lei, i piccoli suppongono che sia meglio non manifestare troppo le proprie paure, poiché avvertono che "quando mamma c'è, allora c'è sicurezza. Sicurezza di essere accolto ed amato indipendentemente da ciò. Certo nel rispetto di queste emozioni lasciate fluire".

"E' solo quando torna lei che posso scaricare le tensioni accumulate".

Lo stesso processo accade quando, ad esempio, un bambino vive una situazione di tensione con la mamma durante la notte, dopo aver passato la giornata tranquilla all'asilo o trascorso il pomeriggio o la giornata con chi se ne prende cura.

Ha retto situazioni di stress, fatica emotiva, emozioni provocate da stimoli e situazioni stimolanti, ma ance da nuove scoperte e conquiste, trattenendosi nel dimostrarle e solo quando ha avvertito la presenza stabile della mamma ha lasciato fuoriuscire tutto ciò.

E ... a questa reazione del bambino, cosa succede a noi adulti?

Pensiamo immediatamente " Vedi, aspetta che io arrivi per questo. Me le fa scontare tutte!" e iniziamo a fare supposizioni sul fatto che siamo noi o nostro figlio il problema ( non parliamo poi del fatto che spesso le frasi di reazione delle persone attorno a noi sono: "Ma se con me era molto tranquillo e, anzi, è stato un birichino!" oppure quando il papà ribatte "Ma con me si è sempre comportato bene. Forse devi essere più rigida. Tu lo vizi").

Ricordiamoci però che IL CONTATTO NON è VIZIO!

Molte volte, le crisi di pianto ( o anche di "rabbia"), in questo tipo di situazioni in cui ci allontaniamo per poche ore o per un periodo di tempo più lungo, sono delle scariche naturali di tensione e di emozione rivolte alla fonte d'amore incondizionato.
Le mamme sono come una specie di contenitore in cui i bambini si "svuotano", ossia lasciano fluire le proprie emozioni più profonde e questo non accade perché " non si ha autorità " o perché " vizio il bambino con la disciplina positiva e con il contatto", ma perché con la mamma si sentono al sicuro, si sentono accolti e protetti. La visceralità del legame che si crea fin dal prenatale tra neonato e figura materna (pelle, organi interni, alimentazione, ...) crea quel porto sicuro per poter lasciar andare.

Accettare, ascoltare, abbracciare, comprendere, mettersi nei panni, coccolare, offrire un tempo, lasciare spazi di attesa, utilizzare delicatezza e gentilezza nei esti e nelle parole, nei modi, ... non significa VIZIARE.
È aver fiducia della persona che si a di fronte, è creare sicurezza affettiva, è creare legame di attaccamento dalla quale potersi poi separare con serenità.

È naturalmente amare!


(Da osservare la foto sopra, scelta appositamente con consapevolezza, poiché è importante osservare come si pone l'adulto rispetto al corpo del bambino e qual è l’atteggiamento dell’adulto anche nelle espressioni del viso. Una postura ed apertura che racchiude in se le parole sopra scritte. Foto: Nido d'Infanzia Emmi Pikler, Budapest, Ungheria. Educatrice Judit Keleman)

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