Esperienze genitoriali. Nenè e la Motricità Libera.

Oggi mi racconto e vi racconto la mia esperienza. Sono Clara, ho 36 anni e sono mamma bis di Edoardo, nato nel 2014, e di Enea, nato nel 2020.

Edoardo è il mio primo bimbo. Con lui ho vissuto e sentito le mie paure e la mia tensione, chiedendomi tante volte: "Starà comodo in quella posizione?", " Avrà freddo sul pavimento?", " ... ma in quella posizione piange. Come mai?" .... penso che la maggior parte di noi mamme, soprattutto con il primo figlio, si faccia le stesse domande in relazione al dove staranno meglio, come stanno, e cosa proporre per stimolare.

Ecco! Questo è ciò che in me è maggiormente cambiato con il passare del tempo: è difficile per noi genitori non intervenire ed interferire nelle evoluzioni dei nostri figli e lasciarli liberi di sperimentare lo spazio che li circonda, con la consapevolezza che anche se piccoli ti puoi fidare delle loro competenze. Spesso ci convinciamo del fatto che aiutarli a gattonare, a sedersi, a camminare, ecc... sia necessario affinché intraprendano quelle azioni con "più facilità", prima, senza accorgerci che, il più delle volte, la nostra interferenza è in realtà disfunzionale per il loro sviluppo.

Il mio vissuto con Edoardo e la mia esperienza lavorativa come educatrice in un servizio per la prima infanzia mi hanno portato ad aprirmi tanto all'evoluzione di questi pensieri, di queste convinzioni, e a ragionare tanto su come evolvere le modalità che noi genitori ci portiamo dietro e mettiamo in atto, inconsciamente ed in buona fede, nella nostra pratica quotidiana.

Nei momenti di veglia, Edo trascorreva parte del suo tempo nella sdraietta: il pensiero che accompagnava questa mia azione era il fatto che pensavo che da lì potesse vedere meglio ciò che lo circondava, lo pensavo più protetto lì, e quando provavo ad appoggiarlo a pancia sopra a terra piangeva a dirotto ... e quel pianto scatenava in me una tale frustrazione che immediatamente lo toglievo da quella posizione per rassicurarlo.

Lavorando in asilo nido venivo sempre più a contatto con nuove conoscenze attraverso  seminari, formazioni e letture. Eventi che erano per me spunti di riflessione, domande aperte ... Poi le letture sempre più approfondite dell'approccio legato alla pediatra Emmi Pikler sulle ricerche sulla Motricità Libera ...

" ... come l'intervento diretto di un adulto nella progressione dello sviluppo motorio del bambino non facilita l'acquisizione di tali competenze motorie. ... inoltre, il bambino ha bisogno di un ambiente sicuro dove poter stare e dove poter esplorare il suo corpo e sperimentare i suoi movimenti. ... Il compito dei genitori sarà quindi quello di far sentire il bimbo al sicuro con la propria presenza, lasciandolo libero di esplorare lo spazio che lo circonda e di scoprire da solo le sue competenze motorie nello spazio. ... "

Conoscenze che hanno aperto in me tante domande: "In che modo quindi noi genitori possiamo aiutare i nostri bambini?"

 Edo ha trascorso il suo primo tempo di vita non a contatto con il proprio corpo, in libertà a terra; ero convinta non si sentisse a suo agio ... quando in realtà ero io che non mi sentivo a mio agio nel sentire le sue lacrime. Dopo i primi 9 mesi passati soprattutto tra sdraietta e seggiolone, era pronto per stare seduto. Passava grande parte del tempo seduto; non ha mai gattonato ma strisciava sulla pancia, per poi passare direttamente a spostarsi a 4 zampe. Insomma si spostava da una parte all'altra della stanza come Mowgli (il personaggio del Libro della Giungla), con il sedere all'insù e appoggiando mani e piedi a terra. A 1 anno ha iniziato a lasciarsi e a muovere i primi passi da solo ma è verso i 15/16 mesi che ha iniziato a camminare.

Enea è nato invece a gennaio 2020. Enea è il secondo figlio: avevo alle spalle l'esperienza con Edoardo ma anche le nuove conoscenze e domande apprese nella mia professione. ... sapevo benissimo di non voler ripetere la stessa esperienza del primo figlio ma aprirmi ad una evoluzione.

Enea è nato e cresciuto a terra, per lui non sono esistite sdraiette e il seggiolone è comparso solo per le pappe. Il resto del tempo è trascorso a terra. A volte anche il riposino durante mattino o pomeriggio è a terra.

Pochi mesi dopo la sua nascita, Enea ha iniziato a rotolare su se stesso, conquistando da solo dalla posizione supina la posizione prona, e da lì tutto il percorso motorio è proseguito con fluidità e, serenità, mi verrebbe da dire come tutto ciò che ogni giorno imparava: le scoperte, le azioni, le conquiste, gli errori, erano sempre supportati e accompagnati con uno sguardo fiducioso e incoraggiante da me e il papà.

Non abbiamo mai affrettato o ostacolato nuove conquiste; lo abbiamo accompagnato nel seguire i suoi tempi e ogni giorno ci ha donato una nuova competenza, con la sua voglia di FARE e SPERIMENTARSI.

 A circa 6 mesi ha iniziato ad aver il piacere di alzarsi in piedi e a muoversi in tutta casa attraverso il piacere della verticalità, ma aveva sempre come appoggio sicuro tutto ciò che trovava lungo il suo percorso , sia che poteva essere il divano, uno scatolone, la poltrona, seggiole. Sentiva prima se l'oggetto poteva sostenerlo in modo sicuro e nel momento in cui aveva studiato questo lo utilizzava in maniera stabile per spostarsi nell'ambiente.

A 10 mesi poco più Nenè ha deciso di iniziare a fare i primi passi senza sostegno, non era ancora molto stabile ma si spostava da una parte all'altra dell'ambiente in modo orgoglioso e fiero di sè, anche delle sue giravolte che ogni tanto accompagnano i suoi spostamenti, ma che a lui fanno tanto sorridere!

Il suo muoversi liberamente è così una sua necessità vitale, che nasce dal suo pensiero e dal suo piacere interiore.

Ciò che sento come maggiore differenza tra l'approccio verso il primo figlio ed il secondo figlio è sicuramente la libertà di sperimentazione motoria che ho permesso a Nenè e sul fatto che gli ho dato fiducia fin da neonato, sentendo - e accompagnando - diversamente quel pianto che potevo aver avvertito con il primo bambino.  

Motricità legata fortemente anche alla capacità di pensiero, un pensiero più creativo. fluido e armonico, come il movimento.

Altra differenza che sento è sicuramente legata all'ambiente giornaliero: come genitore ho compreso che la vita quotidiana e le azioni che svolgiamo offrono di per sé stimoli sufficienti per i nostri bambini. Non sono necessari giocattoli troppo strutturati; l'ambiente di vita è già una palestra di sperimentazione per il bambino (le relazioni con la famiglia, gli spazi, gli oggetti, le azioni da conquistare, ...). 

.... e la vita quotidiana continua ma anche tutte quelle esperienze che ti fanno crescere come genitore e persona!





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