Il ruolo dell'adulto durante il gioco del bambino (0-3 anni).

Gioco Spontaneo di rotolamento e sperimentazioni di equilibri e disequilibri posturali

Vi è una base teorica ben precisa sulla quale baso le riflessioni sul ruolo dell'adulto,  e nella quale questo "modo di relazionarsi" è funzionale. 
Non è importante avere bei colori , una estetica ambientale curata, oggetti e arredi gioco con colori neutri, offrire giochi in legno e proporre diverse attività sensoriali. Ciò che è veramente funzionale ed importante sono le relazioni, il prendersi cura con cura del bambino, l'essere convinti che il bambino è una persona attiva, è un essere capace, è il costruttore del proprio apprendimento e della propria identità, è unico.

Ad esempio, è poco funzionale avere un bell'ambiente con mobili, colori, giochi curati ed in legno, ma si urla, ci si relaziona al bambino attraverso premi e punizioni, si mettono in moto azioni meccaniche e frettolose durante i momenti di cura personale, ...
In Educazione Attiva, l'adulto è un adulto che ha creato una BASE SICURA (Bolwby la definisce Attaccamento), un adulto che osserva, che non suggerisce e non corregge, che non dice che cosa fare e che cosa non fare, è un adulto che lascia spazio al bambino di essere una identità pensante e di giocare per apprendere.
L'adulto come osservatore e Base sicura, colui che offre uno sguardo di fiducia e accoglienza.

Il gioco per essere un gioco deve essere libero e spontaneo, scelto dal bambino, senza intervento o interferenza dell'adulto, senza un obiettivo predefinito o una procedura corretta per farlo; durante il gioco il bambino è emotivamente coinvolto.

Se il "gioco" possiede un obiettivo, un modo corretto di svolgimento, diventa "attività strutturata".

Specialmente nel gioco del bambino da 0 a 3 anni, che sarà prima un gioco motorio-sensoriale ( movimento, esplorazione del corpo, dei sensi, degli oggetti, degli equilibri, della forza di gravità, ...) e poi si trasforma in simbolico (gioco tipico del bambino dopo i due anni, in cui il bambino "gioca come se"), il bambino gioca ovunque.


Gioco simbolico: pentolini in metallo e legnetti per "giocare come se" sono in cucina.

Quale sarà quindi il ruolo dell'adulto? L'adulto è osservatore poiché ha già creato quella base sicura sufficientemente buona per offrire al bambino fiducia in se, nelle sue capacità e nelle sue competenze, e soprattutto lo fa sentire protetto e sostenuto nell'esplorazione, nella sperimentazione e nella sua scoperta (senza essere giudicato). 


Non intervenire, quindi, non significa non interagire o non creare un "legame": al contrario, come già detto sopra, essi hanno bisogno di uno sguardo rassicurante e di un ascolto attento. E ' proprio tutto ciò che gli offre la possibilità di espandersi nel mondo e raggiungere il massimo del loro potenziale.

Spesso si confonde quella presenza, quello sguardo e quell'ascolto attento con la necessità di fare al posto loro, di mostrare, di correggere, di indirizzare, di dargli le nostre indicazioni di gioco. 

L'aspetto più difficile da poter comprendere è, infatti, il fatto che si attribuisce al "non fare" (non intervenire, non essere al centro) come un non essere all'altezza del proprio ruolo (genitore, educatore, ...). Non è così.

Il lavoro più grande e complesso è andare a riconoscere, comprendere, e affrontare le ansie celate nell'adulto nel fare bene e nel fare come gli altri (e la società) si aspetta;  quando in realtà è molto più ricco, funzionale e piacevole osservare ed accogliere ciò che è il loro gioco libero e spontaneo, ciò che loro sanno fare, ciò che sono i loro progressi nel gioco, le loro conquiste, ciò che fa parte della loro creazione identitaria unica.


La scoperta delle piccole cose in natura. Una lumaca nascosta (14 mesi)


Non rubiamo loro lo stupore
di essere protagonisti dei loro trionfi.


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