Che cosa fa un neonato "che non fa nulla"?


Il gioco è un diritto del bambino, un'attività piacevole essenziale che contribuisce alla costruzione soggettiva. 
Nel processo di costruzione dell'identità, uno degli strumenti privilegiati è il gioco: gioco che permette, sin dal neonato, l'esibizione, il dominio della motricità, la strutturazione dello spazio, la conoscenza e la comprensione progressiva della realtà, l'espressione di sè e la simbolizzazione dei desideri, dei timori, delle paure.

Il gioco, il gioco spontaneo, è indispensabile per lo sviluppo intellettuale, motorio e affettivo del bambino.E' fondamentale sin dai primi mesi di vita di un bambino.


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Nei primi tre mesi di vita - se il piccolo vive la possibilità di non essere stimolato e "attratto passivamente" da giostrine o sdraiette musicali o dondoli o palestrine - scopre prima di tutto, per caso, le proprie mani. 

(Una giostra sulla culla, che gira continuamente, lo distrarrà spesso dalla possibilità di vivere la scoperta delle sue mani perché l’affascinante movimento degli oggetti, i colori, le luci, lo manterrà in uno stato d’eccitazione costante, sterile di esperienza attiva)

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Tale gioco comincia con la comparsa casuale della mano, come un oggetto qualunque dentro il campo visivo, che prima non attirava attenzione. Quando, tramite i movimenti non intenzionali, la mano esce dal campo visivo, il neonato tenta di recuperarla di nuovo. E' in questo momento che la mano diventa un oggetto pertinente di esplorazione, conoscenza, gioco.
Il successo di riuscire a rimettere davanti ai suoi occhi una delle mani o entrambe e il piacere nel dominio di quella coordinazione, implica un primo complesso processo di schema corporeo e di immagine di sè.
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Verso i tre mesi, fino ai sei mesi circa, il bambino, che nel frattempo gioca con le sue mani ripetutamente, scoprendo anche i piedi, inizia ad essere interessato agli oggetti: oggetti che provocano sensazioni sulle sue mani. Oggetti che possono avere possibili movimenti al loro contatto, in relazione a forme, peso. 
In questa tappa l'attenzione del bambino - se esso ha la possibilità di muoversi liberamente poichè posizionato a terra su di in un tappeto semirigido in posizione supina -  è centrata sulla mano come oggetto di conoscenza, in un processo di scoperta, di incorporazione, di esercitazione. 
Il bambino cerca così lentamente e ripetutamente di estendere la mano verso l'oggetto, lo spinge, lo guarda, lo passa da una mano all'altra, lo tocca con entrambe le mani, lo sbatte, l'allontana, lo porta verso il viso e la bocca.
A partire dal quarto mese circa l'esplorazione e la manipolazione diviene una attività autonoma complessa.

Lentamente il bambino libero di muoversi ha anche la possibilità di sperimentare e comprendere i movimenti del suo corpo, i rotolamenti, le estensioni, gli allungamenti, per raggiungere oggetti di suo interesse. 
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A partire dai sei mesi circa il bambino inizia a spostare l'attenzione del suo gioco corporeo in modo prevalente verso la ricerca di effetti della sua manipolazione sugli oggetti, verso la comprensione delle relazioni fisiche e topologiche, invece che soffermandosi sulle sensazioni che queste provocano nelle sue mani.


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A partire dall'8 mese circa, fino alla fine dell'anno, il bambino si interessa esclusivamente ad un oggetto che ha in mano, però gioca ad allontanarlo e a strofinarlo contro il pavimento, o lo passa da una mano all'altra mentre lo insegue con lo sguardo. Nel frattempo, il piccolo posizionato in posizione supina a terra, ha la possibilità di scoprire anche tutte le posizione intermedie di ie dello sviluppo motorio autonomo: rotolamento, postura a quattro gambe, gattonamento, seduta marcia dell'orso, primi passi con appoggio, .... fino ad arrivare lentamente e quando si sentirà sicuro alla camminata. E sarà in tal momento che il bambino avrà piacere a "rischiare" di lanciare l'oggetto un po' più in là e andarlo a recuperare.

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I primi giochi 

Circa dopo i tre mesi, ossia  - quando osserva e gioca con le sue mani, - quando dimostra interesse per quello che gli è attorno, - quando guarda intorno a sé, - quando guarda le sbarre della culla o il cuscino, - quando si aggrappa ai lacci dei vestiti o delle lenzuola… si possono proporre oggetti morbidi, leggeri e non con suoni già "preformati" (tipo sonagli che hanno già in sè un suono pre-pensato. E' il neonato, il bambino, l'unico padrone del suono e della sua creazione.
Oggetti quali Fazzoletti di stoffa, cuscinetti in cotone con nastri in raso che formano etichette, cerchi in legno (anelli delle tende), anelli formati da perle di legno.


Fonte: Lula Creazioni e Giochi artigianali
Fonte: Lula Creazioni e Giochi artigianali


Per un maggiore approfondimento bibliografico su queste importanti riflessioni: 
"Datemi Tempo", Emmi Pikler, EdizioniScientifiche; 
" Il mio bambino scopre se stesso e il mondo", Monika Aly, EdizioniJunior;
" L'osservazione del movimento nel bambino", Agnes Szanto, Erickson.



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