Ciao Ciao pannolino. Un lungo percorso che inizia dalla cura personale.

Il passaggio dal pannolino alle mutandine può essere affrontato positivamente e con rispetto solo quando nel bambino esistono e sussistono queste tappe evolutive:
- POTERE: la maturazione fisiologica (si fa riferimento allo sviluppo della muscolatura della vescica e dell’intestino che permette al bambino di trattenere e lasciar andare);
- SAPERE: la maturazione del sistema cerebrale, ossia a livello mentale, riguardante la conoscenza e la comprensione del proprio corpo, il riconoscimento della pipì e della popò, la conoscenza e il riconoscimento dello spazio dove prendersi cura di sé, l'acquisizione di un sicuro ed autonomo "passo turnato" nel salire e scendere le scale, l'affermazione di sè stesso "io", la traccia spontanea nel foglio caratterizzata da un cerchio chiuso;
- VOLERE: la maturazione emotiva, che si porta con sé la voglia e la non paura del bambino nel lasciar andare dal proprio corpo delle parti di sé (pipì e popò) - condividendole con l’altro - senza vivere sensazioni spiacevoli legate all'angoscia di "frammentarsi e disunirsi", di andare emotivamente in mille pezzi per la perdita di "parti di sé" (ad. es. nascondersi per lasciar andare la popò o non volersi far cambiare il pannolino con popò è il chiaro segnale che il bambino o la bambina sente intimamente quella parte di sè e non vuole condividerla con nessuno. Ossia non ha raggiunto maturazione emotiva). Il bambino e la bambina devono avere voglia di lasciar andare.

Fonte: ricerca Google

La maturazione emotiva è quella che purtroppo la nostra cultura pedagogica classica IGNORA e, quindi, poco conosciuta dagli adulti che si prendono cura dei bambini. Vi sono quindi Nuove Consapevolezze educative verso la quale dirigersi ...
(Per approfondimenti sulle angosce arcaiche rimando ai contenuti e testi dello psicomotricista Bernard Aucouturier).

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Spesso le famiglie si pongono la questione di come poter aiutare il bambino ad APPRENDERE dove e come fare la pipì ... E su questa direzione, spesso, si trovano anche tanti consigli in rete su come poter procedere in tre o cinque giorni o addirittura come poter aiutare il bambino attraverso dei pannelli "premio e traguardo" per quanto riguarda l'utilizzo del vasino o assumere il totale controllo del corpo del bambino attraverso la tecnica del "ogni tot ti porto in bagno".
Credo fortemente, invece, nel discostarsi da queste modalità classiche, adultocentriche, assai disfunzionali e comprendere invece che i bambini NON IMPARANO a fare pipì e popò nel vasino (o nel water con riduttore) attraverso un semplice APPRENDIMENTO di stimolo-risposta, di azione-reazione. Non hanno bisogno né di addestramento né di training. Non hanno bisogno né di premi e regali né di punizioni. Non vi è necessità di pianificare gli "spannolinamenti" all'interno dei servizi educativi.

I bambini vanno rispettati ed accompagnati funzionalmente a partire dalla cura dell'ambiente e a partire dalla cura dei rituali che noi adulti viviamo insieme a loro. Non come rituali automatici, meccanici, di manipolazione passiva e disconnessione mentale.

I bambini hanno bisogno di adulti consapevoli che hanno fiducia in loro, nelle loro competenze, che rispettano - ed accompagnano - il loro tempo di crescita, che li osservino e ascoltino con gli occhi, e che allestiscano l’ambiente bagno in base a quelle che si riscontrano essere le nuove conquiste nell'autonomia, e quindi i bisogni.
Ecco che, in un clima di calma e distensione e centratura dell'adulto, il percorso verso il lasciar andare del pannolino può essere favorito già da molto prima.
Tutto inizia a prendere forma dalle modalità di relazione che i genitori instaurano con il neonato nel suo momento di cura personale ( per continuare anche nel percorso di crescita e sviluppo, almeno fino ai 36 mesi del bambino): è importante che parliate al bambino con un tono delicato, basso, calmo e descrivete con semplici parole qualsiasi gesto ed azione che si andrà a fare nel suo corpo. La parola deve sempre precedere l'azione, il gesto dell'adulto.
I gesti devono essere accompagnati da dolcezza: dolcezza che significa non semplice gentilezza ma il riconoscimento del fatto che il neonato è sensibile a tutto ciò che gli viene fatto e non può essere manipolato a comodo dalle mani dell'adulto. Deve essere toccato con un "tatto gentile", non con fretta e fermezza. L'adulto, se vive il momento della cura personale del bambino con la connessione del Qui ed Ora, può offrire una esperienza di rassicurazione profonda al piccolo e alla piccola.
Fin da piccolissimi potete, inoltre, utilizzare qualsiasi gesto spontaneo del neonato per la vestizione: ad esempio, se cogliete il momento in cui il bambino alza il piede per infilargli il pantalone, fategli notare l’utilità di questo gesto; mano a mano che il neonato cresce, il gesto si trasformerà in una cosciente azione spontanea del bambino e di cooperazione attiva.
(per approfondimenti: M. David e G. Appel, Una relazione educativa insolita: Loczy, Edizioni Junior)
Con la sua crescita, nel momento in cui osservate che il bambino ha conquistato autonomamente la posizione eretta, quindi la camminata stabile, il momento del CAMBIO può essere trasferito dal fasciatoio A TERRA, in piedi sul pavimento: cercherete sempre di anticipare con parole i gesti e le azioni ma potrete favorire ulteriormente la sua autonomia e partecipazione attiva. Con il cambio in piedi a terra si andrà ad agire funzionalmente sulla possibilità del bambino e della bambina di "sentirsi capace di fare ed essere" (BASE FONDAMENTALE PER LA COSTRUZIONE FUTURA DELL'AUTONOMIA E DELL'AUTOSTIMA) e sulla maturazione emotiva.
Ditegli “ Togliamo i pantaloni, vuoi aiutarmi?”, “ Bene ora vogliamo provare a slacciare il body? …. Non preoccuparti se non riesci. Ci hai provato. Ti aiuto io”, “ Adesso dobbiamo slacciare il pannolino. Vuoi provarci tu? Togli le etichette?”, “ Chiudiamo il pannolino così lo puoi buttare da solo nel bidone ( porgendoglielo)” .
Attendete qualche secondo dopo le domande - lasciate quello spazio vuoto di comunicazione fondamentale per il rispetto dell'altro (definito nell'approccio Pikler GESTO INTERROTTO) - ed osservate l’azione del bambino e della bambina, pronti ad accettare in maniera serena anche un suo “No” poiché è fondamentale accettare l'opposizione alla nostra volontà.
E’ in questo momento che l’ambiente bagno va riorganizzato a sua misura e pensato anche per accompagnare il piacere di far da sé e di provare ad essere autonomo.
Un bagno a misura di bambino "Fonte: Pinterest
Poi, nel trascorrere delle settimane, il bambino perfezionerà sempre più la postura eretta, quindi la sua stabilità e i suoi equilibri corporei, trasformando la camminata in corsa e in arrampicata. Questa nuova competenza e capacità può essere accompagnata dalla introduzione nel bagno di una scaletta in legno per permettere al bambino di salire da solo all’altezza lavandino per farsi risciacquare da voi o per provvedere alla sua cura personale di viso e mani.
Mai dimenticarsi che le parole delicate che anticipano i gesti offrono al bambino previsione, fiducia e sicurezza affettiva (aspetti che vanno ad accompagnare la maturazione emotiva).
Ecco che il bagno inizia a trasformarsi in ambiente a misura di bambino: scaletta per lavandino, specchio a sua altezza, pannolini a sua altezza, asciugamano a sua altezza, dispenser del sapone liquido a sua altezza. Questo poiché potete offrirgli l’opportunità di iniziare a prendersi cura di sé.
Successivamente, il bambino acquisirà sempre più padronanza del linguaggio; nel momento in cui osservate che il bambino dice "io", inizia ad essere interessato a comprendere e nominare le parti del corpo, spesso indicandosi e indicandovi (con il piacere di volerlo fare ed ascoltare più volte), si può introdurre, in momenti di coccole e relax, la lettura di testi di albi illustrati che hanno come argomento principale la conoscenza del proprio corpo, la scoperta di sé e delle autonomie in bagno (Allegherò qualche titolo a piè pagina).
Col trascorrere dei giorni, potrete poi osservare il bambino sempre più incuriosito a capire che cosa fate in bagno, a comprendere che cosa sia il water, a che cosa serve, a scoprire il proprio apparato genitale, a capire che cosa sia la pipì e la popò. Inizierà a nominarli, sempre più spesso. E’ forse il momento in cui potete pensare di acquistare o un semplice vasino da porre in una parte accessibile (e fissa) del bagno o un riduttore con scaletta per sperimentare da solo il water di mamma e papà (attenzione: è fondamentale che il bambino abbia sempre la possibilità di appoggiare bene le piante dei piedi e non stare con i piedi a penzoloni!).
Più semplici sono più funzionale è: non devono essere oggetti che devono attrarre e stimolare.
Questa scelta credo che vada valutata sia in base all’offerta che vi rende più sereni sia alla risposta del bambino: ci sono bambini che non vogliono lasciar andare pipì e popò nel vasino ma vogliono invece lasciarli andare e salutare nel water di mamma e papà. Come, al contrario, ci sono bimbi e bimbe che preferiscono lasciar andare pipì e popò nel vasino poiché spaventati dal "buco" del water degli adulti, un buco che può risucchiare, un buco che fa ritornare al bambino l'angoscia di frammentazione (poiché la maturazione emotiva è ancora in costruzione).

Fonte: ricerca Google 
Iniziate anche a modificare il vestiario del bambino: non più body o salopette o pagliaccetti o jeans o gonne complesse ma vestiti pratici che il bambino e la bambina può togliere da solo/a.

In questa nuova situazione come vi dovete porre quotidianamente nei cambi?
Nel momento del cambio in piedi a terra , una volta al giorno, potete serenamente dire al vostro bimbo o bimba: “ Vuoi provare a sederti nel vasino? Oppure " Vuoi provare a salire nella scaletta e sederti sul water di mamma e papà? ….”.
Attendete qualche secondo, per osservare ed ascoltare ciò che il bambino agirà o comunicherà.
Lasciate pause di silenzio, inserite quello spazio di vuoto comunicativo fondamentale.
Non aspettatevi nulla e non vi opponete alla opposizione del bambino e della bambina.
E' ok il suo no.
I primi momenti saranno di scoperta per il bambino: toccherà, proverà a sedersi e poi scenderà subito, ci butterà solo la carta igienica, vorrà tirare giù l’acqua. Si siederà solo vestito. Va bene così.
Osservateli.
Sempre pronti ad accettare e rispettare il momento in cui lui vi dice “No, non voglio”.
Piano piano, continuando nella sua scoperta e nella sua crescita, capiterà il giorno in cui il bambino vorrà andarci da solo, senza il vostro invito; magari, mentre sta giocando, vorrà andare in bagno e vorrà togliersi il pannolino da solo per sperimentare il vasino.
Ci sarà quel giorno che la pipì uscirà e allora accogliamola con semplici parole “Wow, che meraviglia. La pipì è uscita. Grazie! Ora la salutiamo?”. No alle feste con fuochi d'artificio.
Ci sarà quel giorno in cui la pipì non uscirà e allora diciamo “ Non preoccuparti. Oggi la pipì non vuole uscire. Però tu hai provato a sederti. Sei stato gentile”.
Ci sarà quel giorno in cui il bambino, che nel frattempo avrà già indossato le mutandine, la pipì uscirà addosso perché tanto concentrato nel suo gioco.
L' APPRENDIMENTO più funzionale e duraturo deriva dall' ESEMPIO offerto dall'adulto
Cercate di non colpevolizzarlo e non sgridarlo; mantenendo la "calma interiore", mettete parole a ciò che succede: “ Non preoccuparti, la pipì è uscita nelle mutandine perché tu eri molto concentrato a giocare con le costruzioni e non volevi proprio lasciarle. La pipì quando vuole uscire è velocissima, sai!”.

CONSAPEVOLI.
Da qui, se questo percorso verrà sempre accompagnato dalla vostra calma, dalla vostra disponibilità, da una relazione affettiva "sufficientemente buona" continua ( quella di cui si parla sopra dove vi è attenzione e cura non solo ad una comunicazione verbale ma anche non verbale funzionale) , e se sarete liberi da ogni ansia da prestazione, liberi da opporvi a vostro figlio/a, allora sarà una continua evoluzione per il bambino, piccoli passi progressivi (anche con delle regressioni! E' fisiologico per i bambini così piccoli, soprattutto quando vi sono scompensi affettivi e di rituale quotidiano) fiducioso in ciò che sta facendo, fiducioso nel vostro aiuto e sicuro di essere amato anche in questo momento in cui ha deciso di crescere, in cui può sbagliare.
Accompagnateli lentamente, abbiate fiducia nelle loro capacità e nelle loro competenze.

Non forzateli, non anticipateli, non addestrateli, non premiateli o puniteli. Queste azioni sono quelle che solitamente portano ad avere un comportamento di chiusura nel vostro bambino e di allontanamento al piacer di far da sé. Portano verso una dipendenza all'adulto ed a una insicurezza del bambino e della bambina.
Punizioni, premi, "sgridate" ... sono comportamenti dell'adulto che portano ad una OPPOSIZIONE del bambino e della bambina poiché si allontanano drasticamente dal rispetto della EMOZIONALITA' di questo percorso.


Atelier della Pedagogista
Dott.ssa Lucia Vichi

(In questo Padlet potete trovare anche tanti podcast da me creati sul "Lasciare andare il Pannolino":

Suggerimenti di Albi Illustrati per l'infanzia:
Da 12 mesi:
"Ci laviamo", Paloma Canonica, I Bohemini-mini
Serie "Tocco" , "Vedo", "Sento", "Posso", Helene Oxenbury, Camelozampa
Da 24 mesi:
"Dentro di me Fuori di me", ZeroTre, Franco Cosimo Panini
"Coniglietto fa il bagnetto", Jorg Muhle, Terre di Mezzo
"Il Vasino di Max", I bohemini-maxi
"Io vado", Matthieu Maudet, Babalibri
"Mi vesto", Helene Oxenbury, Camelozampa
Da 30 mesi:
"Ma che cos'è questo?", Babalibri
"Posso guardare nel tuo pannolino?", Guido Van Genechten, Clavis
"Posso guardare nel tuo vasino?", Guido Van Genechten, Clavis
"Pipì! Pipì!", Emile Jadoul, Babalibri
"Occupato", Matthieu Maudet, Babalibri
Ulteriori link per approfondire:



Fonte: Laura Estremera




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