Non afferra bene la matita! Suggerimenti utili a "prevenire", fin da piccolissimi.

Nel loro fisiologico sviluppo,
i bambini e le bambine seguono due leggi:
legge Cefalo Caudale e legge Prossimo Distale.

Quest'ultima afferma che il sistema cerebrale del bambino avvia il processo di maturazione dal centro del corpo alle estremità di esso, gli arti inferiori e superiori; ossia lo sviluppo procede, a partire dall'asse centrale del corpo, dalle parti vicine alle più lontane.
per tale motivazione i neonati muovono prima di tutto il braccio in modo globale e, solo successivamente, acquisiscono il controllo su ciò che fanno con le loro dita, mani e polso.
La Presa a Pinza, ossia la presa funzionale per tenere la matita quando si scrive, il pennello quando si "dipinge", ecc. nasce dal movimento della spalla, prima di tutto, e quindi dalla motricità grosso-motoria.
Ecco che, la maturazione di tale presa, inizia a gettare le sue basi evolutive già nel neonato quando inizia a rotolare, strisciare, gattonare, a sedersi autonomamente (N.B. è fondamentale avere consapevolezza delle competenze motorie del neonato e quindi non attivare un approccio di stimolazione e anticipazione motoria da parte dell'adulto, in modo passivo e manipolatorio).
Per questo è funzionale favorire fin da neonati la libertà di movimento. In tal direzione, è fondamentale posizionare il piccolo, fin dai primi mesi di vita, in posizione supina, a terra, su una superficie rigida o semi-rigida
(ottimo o il parquet o i tappeti ad incastro in gomma eva - mattonelle a tinte unite 50x50cm - e non quelli iperstimolanti con immagini, colori accesi, soggetti attacca/stacca), permettendo ad esso di scoprire autonomamente, con le proprie forze, energie, equilibri e tempi, la posizione prona, il rotolare, lo strisciare, il gattonamento, la posizione seduta (senza che un adulto lo metta prima che sia capace da solo - pensiamo anche alla posizione forzata seduta che il bambino assume quando sta tanto tempo in sdraiette, passeggini, quando viene supportato da cuscini sul letto o sul divano), i primi passi con sostegno e, infine, la camminata autonoma.
Fonte: Pintitas juguetes Pagina Facebook
Se interferiamo in queste fasi precoci della vita, posizionandolo passivamente - e non rispettando il naturale sviluppo motorio - in posture motorie diverse e qualitativamente disfunzionali rispetto a quelle che potrebbe conquistare e controllare da sé, involontariamente e "con buone intenzioni", facciamo saltare tappe motorie intermedie preziose invece per lo sviluppo generale (equilibrio posturale, motricità fluida, attenzione, concentrazione, ecc.) del bambino e della bambina.
Pensiamo, ad esempio, a quando si utilizza il girello, la sdraietta, le altalene da neonati, lo mettiamo in posizione prona su superfici per stimolarlo e per allenare, rafforzare le muscolature, lo incitiamo a fare primi passi con le mani e il ritmo dell'adulto, lo incitiamo, rinforzandolo, a camminare sù e giù tra due persone, ...

Purtroppo così facendo non stiamo favorendo lo Sviluppo Naturale della Motricità e a volte, tutto ciò interferisce disfunzionalmente nelle fasi successive di crescita portando ad una postura non adatta per la scrittura, una eccessiva tensione nel prendere e tenere la matita, una presa a pinza non funzionalmente adatta, stanchezza degli arti, brutto tratto grafico.

Comprendendo tutto ciò, potremmo avere maggiore consapevolezza rispetto l'importanza che ha sia il naturale sviluppo motorio sia la motricità grosso-motoria nello sviluppo successivo della motricità fine.
Nelle situazioni, ad esempio, in cui si osserva una brutta presa della matita, dobbiamo pensare di andare a favorire nel bambino o nella bambina tempi in cui possa vivere esperienze di movimento, che interessano tutto il corpo (quali scalare, salire e scendere, arrampicarsi, saltare, rotolare, sperimentare i disequilibri e gli equilibri, sperimentando il rischio, ecc. - in tale direzione è importante portare i bambini a sperimentare il gioco spontaneo in natura, nei parchi, a contatto con elementi naturali; funzionale potrebbe essere anche la partecipazione del bambino o della bambina a laboratori di psicomotricità educativa con approccio Aucouturier).

Con l'idea di andare dai movimenti grosso-motori verso la motricità fine (ossia dalla spalla, al gomito, al polso, alle mani, alle dita) sarà anche importante, come già accennato sopra, che i bambini nella fase di vita 12-30 mesi circa non siano accompagnati a lasciar traccia, nelle esperienze grafico-manipolative, utilizzando pennarelli a punta grossa o fine, pennelli, matite colorate, pastelli ma sperimentino la mano, le dita e lascino le loro tracce non su superfici strette, piccole, preformate dall'adulto (es. album da colorare o figure già tracciate), ma su superfici ampie quali bristol o pannelli di carta o fogli formato A3 (ottimi i colori a dito, ma anche le esperienze di manipolazione e travaso, i gessi da utilizzare anche in esterno, le esperienze di taglio con coltello adatto all'età e di spremitura della frutta).

Un'altra riflessione legata a tale tema sulla quale riflettere è legata alla proposta della forchetta prima dei 24 mesi circa.
Spesso, per accogliere bisogni e necessità legate alla "buona educazione" a tavola, l'adulto spinge il bambino fin da piccolissimo all'utilizzo della forchetta, ma è fondamentale conoscere il fatto che un bambino sviluppa la giusta coordinazione, la funzionale energia, il giusto controllo e la giusta motricità della mano e della Presa a Pinza per reggere la forchetta ed utilizzarla funzionalmente solo circa verso i 24 mesi.
Un suggerimento: quando sentiamo la necessità di proporre la forchetta al nostr* bambin* posizioniamola come alternativa accanto al cucchiaio-cucchiaino ma osserviamo ed osserviamol*, ponendoci in uno status mentale oltre le aspettative di giusto utilizzo. Senza imporci nell'insegnarne il giusto utilizzo e frustrandoci per il "non voler farlo"!

Soffermiamoci sulla proposta dell'attività del "dipingere".
Nel prevenire una presa della matita "inadatta", nel momento in cui si propone l'attività del dipingere fin da piccoli (1-3 anni), è importante offrire superfici molto ampie (ad esempio foglio di carta/lenzuolo bianco alla rete del giardino/balcone, foglio di carta alla parete muro/cavalletto, grandi scatoloni in cui "entrare dentro" e lasciar traccia su piani verticali - orizzontali ed obliqui,  ...) e iniziare con la libera pittura a mano, senza pennelli o altri strumenti, offrendo la possibilità di sperimentare con le mani, affinché il movimento dell'arto inizi col rafforzare la parte dalla spalla del bambino.

Progressivamente il movimento si andrà raffinando (perfezionamento e miglior controllo dei movimenti della spalla, del gomito, del polso, ...)
a poco a poco 
osserverete che il bambino smetterà di usare la mano per iniziare ad usare le dita e, solo dopo questa conquista ed aver sperimentato tale esperienza corporea, potremmo andare ad offrire qualche altro strumento, come cere, matite colorate, gessetti, pennelli 
N.B. tale sequenza, rispettosa della maturazione prossimo-distale del bambino, andrà così a rafforzare una progressiva maturazione dei movimenti, da grosso-motori a quelli fino-motori.
Per quanto riguarda il supporto sul quale si "dipinge", è preferibile partire da quelli in verticale (sul muro, su reti esterne, su pannelli di legno), 
per poi spostarsi verso supporti in posizione obliqua (circa verso i 2 anni), 
per giungere (nel momento in cui osserveremo che il bambino non utilizza più la mano ma preferisce utilizzare il dito per lasciare traccia sul foglio) al supporto in orizzontale (3 anni circa).
In quest'ultima posizione la forza che il bambino farà con il polso è diversa e più complessa rispetto alle altre posizioni (orizzontale ed obliqua), e, se anticipata a quando la maturazione della mano non è ancora funzionale a ciò, si rifletterà poi sulla Presa a Pinza e sulla tenuta disfunzionale della matita.


Se vogliamo che il bambino o la bambina impari a tenere bene la matita <<costringendolo ad usarla bene>>, riposizionando noi adulti la matita e le dita del bambino, utilizzando adattatori, insegnandolo passivamente, forzando ... quello che otterremo è, invece, fissare ancor più la difficoltà, accentuare emotivamente la non competenza del bambin* ("Non puoi farcela! Hai bisogno dell'adulto."), rendere ancor più la postura tesa, provocare stanchezza e noia - rendendo dipendente il bambino all'adulto e influenzando negativamente l'autostima o stima di sé - appesantire ulteriormente la scrittura ed il piacere di imparare a scrivere.

Fonte: www.bambinonaturale.com
Atelier della Pedagogista
Dott.ssa Lucia Vichi

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